
Durante l’era Keiko (1866) il Giappone vive un periodo turbolento. Tornato dopo sei anni di lontananza, Genji, scopre che la moglie è diventata una prostituta per necessità e vive in un quartiere malfamato dove si pratica ogni tipo di affare compreso il traffico d’armi. Sono in atto, infatti, degli scontri tra lo shogun da una parte e i clan Satsuma e Choshu dall’altra, ma anche una lotta fratricida al’interno dello stesso shogun. Scoppiano disordini durante i quali i cittadini assaltano magazzini e compiono atti vandalici al grido di “eijanaika” (“cosa ce ne importa”).