Tribute to Kira Muratova

Kira Muratova nasce nel 1934 da padre russo e madre rumena a Soroki, Romania, città integrata nella Moldavia dopo la seconda guerra mondiale. Nel 1962 si diploma a Mosca dopo aver seguito i corsi del VGIK (Vsesojuznyj Gosudarstvennyj Institut Kinematografij) e poi si trasferisce a Odessa per seguire il suo primo marito, il regista ucraino Aleksandr I. Muratov. Nel 1967, realizza il suo primo lungometraggio, Brevi incontri (Korotkie vstreči). Il film, la storia di un triangolo amoros, viene bloccato dalla burocrazia e dalla censura sovietica. Lo stile della Muratova salta subito all’occhio. La libertà di costruzione narrativa con l’uso di flashback, il lavoro sull’inquadratura, la familiarità con il “cinema nuovo degli anni sessanta” (in particolare nell’Europa dell’Est) o con le varie nouvelle vague del mondo, fanno di lei una sorta di autrice ribelle e anticonvenzionale. La censura sovietica si accanisce anche sul film successivo, Lunghi addii (Dolgie provody, 1971), la storia di un tormentato rapporto tra madre e figlio, che riceve il premio FIPRESCI al festival di Locarno, ma che uscirà nell’Unione Sovietica solo nel 1987.
Il cinema della Muratova è particolarmente attento ai drammi individuali; i suoi film, ambientati spesso tra le classi più povere, rivelano capacità rare nell’osservazione dell’animo umano. Prima della caduta del muro di Berlino, i suoi film erano praticamente sconosciuti; dopo l’avvento di Michail Sergeevič Gorbačëv e la politica della “glasnost”, le opere della regista cominciarono a girare nei maggiori festival internazionali. Dopo il 1986 Kira Muratova realizza i suoi film più importanti sempre negli studi di Odessa. Tra questi Sindrome astenica (Astenicheskij sindrom) del 1989, lavoro per il quale riceverà l’Orso d’argento al Festival di Berlino. Questo lungometraggio racconta la crisi esistenziale che provocherà nel paese il passaggio alla perestroïka. Quella che un tempo veniva comunemente chiamata ipocondria, o melanconia nera, diventa ora la sindrome astenica che sembra diffondersi nella società alla fine dell’era sovietica: una donna in lutto, una scrittrice che non riesce più a stare sveglia, un insegnante e tanti altri personaggi ci conducono in un mondo che sembra perdere significato. Scomparsa il 6 giugno del 2018 a Odessa, Kira Muratova ci lascia un patrimonio cinematografico che merita di essere diffuso, alla luce anche di quanto sta succedendo in Ucraina.
L’omaggio è in collaborazione con il Festival La Rochelle Cinéma.