
Un’esposizione degli storyboard dei film e di disegni realizzati da Fernando León de Aranoa, al quale Bergamo FIlm Meeting dedica la personale completa, dal 10 al 18 marzo 2012, presso l’Auditorium (Piazza Libertà, Bergamo).
Fernando León de Aranoa
Sceneggiatore e regista cinematografico, Fernando León de Aranoa è nato a Madrid nel maggio del 1968. Nella fase iniziale della sua carriera si dedica alla sceneggiatura, sia per lungometraggi di finzione che per programmi e serie televisive. Ancora giovanissimo, scrive e dirige il suo primo lungometraggio, Familia (1996), grazie al quale vince il Premio Goya come miglior regista esordiente. Con il secondo lungometraggio, Barrio (1998), vince tre premi Goya e il Premio come miglior regista al Festival del cinema di San Sebastián. Il film –ambientato nella periferia madrilena, dove tre ragazzi trascorrono un’afosa estate, schiacciati da un disagio e da una monotonia che non lascia scampo – evidenzia la sensibilità del regista per le storie di degrado e di emarginazione sociale. Lucido osservatore della realtà contemporanea e delle sue contraddizioni, de Aranoa si concentra sia sulla società spagnola, sia su quella internazionale. Con il documentario Caminantes (2001), premiato al festival del cinema di L’Avana, al festival Cinelatino di Los Angeles e a quello di New York, racconta con un approccio creativo e originale la marcia zapatista dell’inizio del 2001. Los lunes al sol (I lunedì al sole, 2002) è il film che lo consacra a livello internazionale: vince cinque premi Goya (tra cui quello per il miglior attore a Javier Bardem) e il Premio come miglior film al festival del cinema di San Sebastián. Ambientato in Galizia negli anni successivi alla riconversione industriale e i pesanti licenziamenti, ci racconta di alcuni disoccupati che vivono alla giornata, trascorrendo lunghe ore al bar, filosofeggiando e tentando di trovare un nuovo lavoro. Il film era stato presentato in anteprima italiana a Bergamo Film Meeting nel 2003. Nel
2004, de Aranoa fonda la propria casa di produzione, la Reposado, con la quale produce tutti i film successivi. Nel 2005 scrive, dirige e produce Princesas, vincitore di tre premi Goya. Storia di due prostitute, una trentenne spagnola e una clandestina dominicana, il film è accompagnato dalla colonna sonora di Manu Chao, per il quale de Aranoa dirige anche il videoclip del brano Me llaman Calle. Nel 2007, collabora al film collettivo Invisibles, realizzato con Mariano Barroso, Isabel Coixet, Javier Corcuera e Wim Wenders, in occasione del ventennale della sezione spagnola di Medici Senza Frontiere.
Il suo ultimo lungometraggio Amador (2011), presentato al festival di Berlino, è un dramma realista e intimo che racconta le molteplici difficoltà di una giovane donna sudamericana immigrata in Spagna. Attualmente, de Aranoa sta girando un film sul tour del cantautore e poeta spagnolo Joaquín Sabina.
Fernando León piace ed è rispettato perché è un regista “terreno”. Rispetto ad altri registi che cercano l’ispirazione e le proprie storie nei sogni, nelle fantasie, nei complessi o nei sentimenti umani, lui scrive storie che hanno a che vedere con quello che accade attorno a lui. A Fernando interessa – e molto – il mondo che lo circonda e la gente che lo abita. Gli interessa di più quello che accade nel cortile nel retro di casa sua, in un parco vicino, in un quartiere della sua città o del suo paese piuttosto che in territori lontani o immaginari. Perché lui è, prima di tutto, una persona sensibile e attenta a ciò che lo circonda, impegnato, con idee e progetti “politicamente scorretti” per i tempi che corrono. Un uomo con una coscienza sociale. Tutto quello che accade all’essere umano lo riguarda e può essere argomento dei suoi film. Tant’è che, se ripassiamo la sua filmografia, non c’è un solo tema che riguardi l’essere umano che Fernando non abbia affrontato nei suoi film: l’istituzione della famiglia (àncora di salvezza per alcuni e problema per molti altri), la solitudine, l’amore, la disoccupazione (con tutto ciò che ne segue di distruttivo e degradante), l’avidità, il razzismo, il maschilismo e la violenza di genere, però dall’altra parte anche l’altruismo e la solidarietà.
Javier Angulo Barturen
Informazioni
Bergamo, Auditorium di Piazza della Libertà
10 – 19 marzo 2012
Materiali
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