
Manuel abbandona la routine della sua vita a Lisbona e si imbarca su una caravella portoghese del XV secolo, dove sono ancora in vigore le spietate leggi della pirateria. Un tradimento a bordo scatena una serie di eventi terribili che il protagonista dovrà superare cercando di non sacrificare i propri principi morali.
«João Nicolau firma con A Espada e a Rosa un personalissimo e azzardato racconto dell’abbandono […] dando prova di una lodevole libertà formale. Nel suo itinerario di purificazione e di oblio, il cittadino Manuel riscopre il piacere del perdersi per mezzo di una misteriosa sostanza stupefacente e di compagni di ventura venuti e diretti verso un Altrove che è il luogo da cui scaturisce una verità che ammalia (la Rosa) e ferisce (le spine, la Spada). Il regista incrocia e supera i generi (musical, avventura, animazione) [e] accarezza i grandi temi con una levità che non può non ricordare le commedie dell’assurdo dei grandi referenti della cinematografia portoghese (Monteiro, certo, ma anche João Botelho e certo De Oliveira).»
(Manuel Billi, Spietati.it, 12 gennaio 2010)