Al cuore dei conflitti 2022

Attività
Attività
XII edizione Francia – Cecoslovacchia – Bosnia-Erzegovina – Ucraina – Kosovo
02 Novembre01 Dicembre
2022

Siamo alla dodicesima edizione della proposta cinematografica Al cuore dei conflitti, che quest’anno presenta cinque film che si interrogano – almeno tre su cinque – sulle “piccole guerre” che, sebbene circoscritte entro territori limitati, ancora condizionano le relazioni tra gli Stati e hanno un effetto pesante sulle popolazioni e le comunità coinvolte, con conseguenze devastanti anche sull’ambiente e sulle architetture civili.

Il quadro internazionale è stravolto ora dallo scoppio della guerra tra la Russia, Paese invasore, e l’Ucraina, che sta opponendo una forte resistenza alle pretese espansionistiche dell’ex colosso sovietico.

Questo conflitto sta cambiando radicalmente gli scenari delle forze in campo; non si tratta più di una situazione fortemente localizzata, ma di una sfida – che questa volta rischia di diventare globale – tra opposte visioni del mondo, in pratica di una spartizione di zone di influenza, dove entrano in gioco strategie di mercato e collisioni tra regimi autoritari e sistemi di democrazia in progress. La contrapposizione è talmente violenta che si parla del possibile ricorso alle armi nucleari. Non dimentichiamo, poi, che questa guerra è iniziata nel 2014 con l’occupazione russa della Crimea; “fatti” limitati che rischiano di allargarsi a macchia d’olio.

La tensione è alta, lo scacchiere internazionale si sta ulteriormente complicando.

Il progetto ideato da FIC – Federazione Italiana Cineforum, in collaborazione con Associazione Laboratorio 80, Cooperativa Lab 80 film, Bergamo Film Meeting Onlus e, per il secondo anno consecutivo, Alpe Adria Cinema – Trieste Film Festival è quindi ancora più motivato da ciò che sta avvenendo sotto i nostri occhi, geograficamente non tanto lontano, ai confini dell’Europa, in un’area che nel secolo scorso è stata oggetto di spartizioni e annessioni, prima di raggiungere nel 1991 la piena indipendenza.

Il cinema rappresenta e interpreta la realtà e con ciò si fa strumento di analisi, di riflessione e di approfondimento. Può permetterci di capire, sia guardando al presente che facendo “rivivere” il passato, con l’intento, in ogni caso, di comprendere meglio gli sviluppi in corso.

Come si diceva, cinque film compongono la rassegna di quest’anno: sommando i Paesi di origine e tenendo conto delle co-produzioni, il totale è di 10 nazioni interessate. Da un certo punto di vista, è un segnale positivo: vuol dire che esiste una sensibilità sovranazionale disposta a trattare argomenti tragici e complessi allo stesso tempo, che non possono essere considerati a sé stanti, e contribuiscono anche ad allargare la visuale, evitando pregiudiziali ideologiche, spesso limitative e deformanti. Anche lo sguardo sul passato, narrato in due film della rassegna, oltre a essere strumento di conoscenza, aiuta a capire come esegesi politiche, comportamenti prevaricatori, manipolazioni ideologiche, vengano da lontano e siano esumati a fini giustificatori.

I conflitti sono drammatici nel loro manifestarsi, ma altrettanto drammatici sono gli effetti che ricadono sui singoli individui, come succede ai due protagonisti di Sentinelle SudSouth Sentinel, del francese Mathieu Gérault. Reduci dall’Afghanistan, non riescono a ritrovare il sentimento della convivenza e finiscono per essere inghiottiti dal mondo della criminalità. Il film ha vinto il primo premio dell’edizione di BFM 40.

Sempre da Bergamo Film Meeting proviene Kryštof di Zdeněk Jiráský, che ci riporta in Cecoslovacchia durante gli anni ’50, in piena epoca stalinista. La repressione degli studenti e delle strutture religiose è al centro della narrazione, riportandoci esplicitamente a situazioni attuali. Temi peraltro che non sono limitati alle circostanze richiamate dalle storie mostrate.

Un contesto conflittuale può essere ben rappresentato anche da una commedia, un film apparentemente leggero, che filtra il conflitto attraverso la preparazione di una pietanza tradizionale, ennesimo motivo di scontro, come succede nel film Deset u PolaUna storia di vicinato non proprio amichevole [t.l.] del bosniaco Danis Tanović, sempre con le antenne alzate a captare le tensioni di una terra tormentata, solcata da attriti che sembrano imperituri, assolutamente insanabili.

Continua il suo lavoro di ricerca e di scavo nel passato l’ucraino Sergej Loznitsa, che con Babi Yar. Context, utilizzando potenti immagini di repertorio, ricostruisce la strage di 33.771 ebrei nella gola di Babij Jar, a Nord-Ovest di Kiev. I filmati, con un montaggio teso e in drammatico crescendo, acquisiscono una sorta di universalità trasversale e incidono sul presente di un territorio sottoposto ora a una durissima prova, umana e ambientale.

Completa la rassegna Darkling di Dušan Milić, che racconta una situazione poco nota, creatasi a seguito del conflitto in Kossovo. Il film racconta la diffidenza, l’abbandono della terra, il frantumarsi delle comunità, l’odio impossibile da estirpare, l’ostilità che vede nell’altro lo straniero, il nemico, l’usurpatore.

I temi di questa dodicesima edizione di Al cuore dei conflitti sono molteplici. Il cinema degli autori selezionati li esplora cercando di porre domande, di sollecitare dubbi, di calarsi nelle diverse complessità, con l’intento di condividere letture e usare le immagini per interrogarci su ciò di cui siamo spettatori “distaccati”.

I film della rassegna

Informazioni

Tutti i film sono in versione originale, con sottotitoli in italiano.

INGRESSO
Biglietto: euro 6,50
Ridotto: euro 5,50
Donatori BFM, abbonati BFM Lovers 2021 e soci Lab 80: euro 4,50

Per le modalità di accesso alla sala consultare il sito lab80.it

Un progetto ideato da FIC – Federazione Italiana Cineforum
in collaborazione con Associazione Laboratorio 80, Cooperativa Lab 80 film, Bergamo Film Meeting Onlus  Alpe Adria Cinema – Trieste Film Festival

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