

Francia, Germania, Romania / 2002 / 132 min.
Colore / O.V. / Sottotitoli: it.
Il film narra il rapporto controverso tra il Vaticano e il nazismo in Germania. Il protagonista è Kurt Gerstein, un membro dell’Istituto d’Igiene delle Waffen-SS. Durante un’ispezione presso il campo di sterminio di Auschwitz, viene sconvolto da quanto è costretto ad assistere, apprendendo tra l’altro che il famigerato Zyklon B, che egli aveva applicato per la depurazione dell’acqua dai parassiti per le truppe che combattevano al fronte, viene lì utilizzato per le camere a gas. Gerstein cerca di mettere al corrente Papa Pio XII, trovando immediata chiusura da parte della gerarchia cattolica. L’unica persona che lo aiuta è Riccardo Fontana, un giovane prete gesuita.
Note
«Dai cinque atti di Il Vicario (1963) di Rolf Hochhut, che Carlo Bo definì un dramma cristiano, adattato da Jean-Claude Grunberg col regista. È un film sull’indifferenza che non accusa soltanto il silenzio, la sordità, la smodata prudenza di papa Pio XII e delle alte gerarchie ecclesiastiche (cattoliche e non) sulla Shoah, ma anche l’omertà, il disinteresse, l’ipocrisia diplomatica dei potenti della comunità internazionale. Affida a due uomini isolati – il protestante evangelico Kurt Gerstein, chimico e ufficiale delle SS, realmente esistito, e Riccardo Fontana, gesuita italiano con aderenze in Vaticano, figura di fantasia – l’impossibile compito di avvertire il mondo e fermare l’industria della morte. Il film possiede molti pregi: etica di fondo inseparabile dall’estetica, ritmo alacre, austera concisione. La sua moralità sta nel levare, raffreddare, rinunciare all’oscenità di una rappresentazione diretta dei modi con cui lo sterminio di milioni di ebrei fu realizzato. Non previsto in sceneggiatura, il Leitmotiv dei treni vuoti o chiusi e piombati è una straordinaria invenzione registica che trasforma in tragedia un thriller. A differenza di altri film sulla Shoah, è la storia di una sconfitta, quella di Gerstein e Fontana, che contrappone dialetticamente la responsabilità delle istituzioni alla capacità di individui che tentarono di inceppare, se non fermare, la macchina della morte. Interni vaticani girati nel palazzo di Ceausescu a Bucarest.»
(ilMorandini, MYmovies.it)