

di Shôhei Imamura
Proiezione di Mademoiselle Paradis alla presenza della regista Barbara Albert, protagonista della sezione Europe, Now! di BFM 36
Nata a Vienna nel 1970, la regista appartiene a una generazione che ha dato linfa e personalità alla cinematografia austriaca, rendendola finalmente capace di esprimere una visione problematica e alternativa al retaggio della società piccolo-borghese prosperata nel dopoguerra. Dopo gli studi alla Vienna Film Academy, Barbara Albert si fa notare nei festival internazionali con una serie di cortometraggi e soprattutto con il mediometraggio Somewhere Else, girato a Sarajevo nel 1996, in cui, attraverso il ritratto di quattro giovani donne sopravvissute alla guerra, già dimostra la sua spiccata capacità di esprimere il contrasto tra Storia e Umanità che si incarna nel destino esteuropeo. Dopo aver firmato nel 1998 assieme a Micheal Grimm e Reinhard Jud Slidin’ – Alles Bunt und Wunderbar, una trilogia a episodi dedicata alla vita notturna della gioventù viennese, Barbara Albert esordisce nel lungometraggio con Nordrand (1999), in cui, sullo sfondo di un quartiere popolare della periferia viennese, compone il ritratto di una generazione deprivata di aspettative. Presentato alla Mostra del Cinema di Venezia (dove procura a Nina Proll il Premio Mastroianni per l’attrice emergente), il film impone la regista sulla scena internazionale e la spinge su un cammino di ulteriore consapevolezza generazionale, che si concretizza nella decisione di fondare assieme a Jessica Hausner, Antonin Svoboda e Martin Gschlacht la Coop99, una società di produzione che ancora oggi resta un punto di riferimento per il migliore giovane cinema dell’Europa centrale. La sua costante attenzione per l’intreccio di destini e responsabilità condivisi da personaggi sospesi tra leggerezza esistenziale e annichilimento sociale prende forma nella sua opera seconda, Böse Zellen (Free Radicals, 2003), con la quale va in Concorso a Locarno, mentre nel 2006 torna in Concorso a Venezia con Fallen (Falling), sguardo al femminile su attese tradite e speranze residue, scritto sulla pelle di cinque amiche che si ritrovano immancabilmente cambiate dopo anni di lontananza. La stessa attenzione per il destino dell’Europa orientale come scenario delle contraddizioni storiche e attuali del continente, che l’ha portata a produrre due film della regista bosniaca Jasmila Zbanic (Il segreto di Esma, Orso d’Oro a Berlino 2006, e Il sentiero, 2010), la spingono a realizzare nel 2012 Die Lebenden, in cui una giovane austriaca di origini rumene che vive a Berlino scopre il passato nazista del nonno. Ancora un personaggio femminile sospeso sulla complessa elaborazione della propria identità è al centro del suo primo film in costume, Mademoiselle Paradis (2017), ritratto di una pianista e compositrice cieca vissuta in Austria alla fine del Settecento.
Austria/Germania, 2017, 97’, col.
Interpreti
Maria-Victoria Dragus (Maria Theresia Paradis), Devid Striesow (Franz Anton Mesmer), Lukas Miko (Joseph Anton Paradis), Katja Kolm (Maria Rosalia Paradis), Maresi Reigner (Agnes)