
È una tragedia di Sofocle reinventata alla luce di Freud, il primo film dove Pasolini si misura con il Mito classico, per evocare, in modo visionario e onirico, la propria autobiografia. Con l’apporto del geniale Danilo Donati, il poeta-regista cala la storia di Edipo in una dimensione barbarica e allucinata, dove i paesaggi desertici del Marocco si contrappongono al bellissimo, dolente prologo friulano (impaginato come un film muto) e all’epilogo atemporale a Bologna e Milano. Il cast di interpreti quanto mai eterogeneo – Franco Citti, Silvana Mangano, Carmelo Bene, Julian Beck, Alida Valli – appare in sorprendente armonia con la rêverie pasoliniana. (Roberto Chiesi)
«Progetto in cantiere sin dai tempi di Accattone (1961), l’Edipo di Pier Paolo Pasolini è, probabilmente, il miglior film dedicato alla celeberrima tragedia di Sofocle. Il regista friulano rispetta fedelmente il testo delle opere Edipo re ed Edipo a Colono, riuscendo come nessuno prima di lui a trasmettere tutto il fascino psicanalitico, inquietante e moderno della storia di tutte le famiglie, con il figlio destinato a prendere il posto del padre e, quindi, a distruggerlo. All’avanguardia nelle scenografie (Luigi Scaccianoce coadiuvato da Dante Ferretti), capaci di trovare una perfetta fusione tra set naturalistico (l’arido e selvaggio Marocco) ed elementi palesemente artificiosi, Edipo re riesce nell’ambizioso intento di spostare il concetto dell’innocente colpevolezza di Edipo sulla borghesia occidentale degli anni ’60, inconsapevole della natura criminale della propria condizione agiata. Molto avanzato dal punto di vista concettuale, richiede una notevole capacità di astrazione per poter apprezzare appieno tutte le sfumature teoriche di un’opera complessa e dal fascino innegabile. Presentato in concorso alla Mostra del cinema di Venezia.»
(Longtake)
Salò o le 120 giornate di Sodoma (1975)
Il fiore delle Mille e una notte (1974)
Porcile (1969)
Medea (1969)
Edipo re (1967)
Il Vangelo secondo Matteo (1964)
Mamma Roma (1962)