Fiori d’equinozio
di Yasujirô Ozu

Ex ufficiale di marina, Mikani è un padre così autoritario che obbliga la figlia maggiore Fumiko a scappare di casa per andare a vivere con il fidanzato pianista. Si dimostra altrettanto intransigente con Taniguchi che gli chiede il consenso di sposare l’altra figlia, Setsuko, che ha fortunatamente l’appoggio della madre e dell’amica. Solo gli amici dell’uomo riescono a convincerlo a una riconciliazione.
Primo film a colori di Ozu, che li usa con parsimonia opponendo le tenui tinte degli interni domestici a chiazze di rosso. L’avvio drammatico della storia si stempera in cadenze più leggere, non prive di ironia: la figura del padre è contraddittoria, incrocio tra tradizionalismo giapponese e influenza liberale occidentale. (il Morandini)