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di Shôhei Imamura
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L’attrice norvegese nasce il 16 dicembre 1938 a Tokyo, dove il padre, ingegnere aeronautico, si era trasferito per lavoro. Allo scoppio della seconda guerra mondiale, per paura dell’invasione nazista, la famiglia si trasferisce prima a Toronto e poi a New York e quando, nel 1945, il padre muore, Liv, in compagnia della madre e della sorella, ritorna in Norvegia. Dotata di sensibilità e intuito, nonché di fantasia e immaginazione, fin da ragazza è attratta dal teatro, dalla pittura e dalla poesia. Decide di iscriversi alla Webber Douglas Accademy di Londra, dove può dedicarsi anche alla sua seconda passione: il cinema. Dopo l’esclusione dall’accademia teatrale di Oslo, viene arruolata da un piccolo teatro di provincia, il Rogaland Teater di Stavanger, per interpretare la parte di Anna Frank, ottenendo successo di pubblico e di critica. Dal 1960 recita in ruoli importanti, come Ofelia nell’Amleto e Margarete nel Faust, per il Teatro Nazionale di Oslo.
Oltre a lavorare con altri importanti registi, tra cui Jan Troell, Terence Young, Anthony Harvey, Juan Luis Buñuel, Sven Nykvist, Mario Monicelli, Mauro Bolognini, nel 1992 Liv Ullmann decide di mettersi dietro la macchina da presa e firma la regia di Sofie: ambientato nel 1886, racconta la storia di una ragazza ebrea che, per accontentare i genitori, sposa un uomo che non ama. Seguiranno altri quattro film, tra cui due – Conversazioni private (1996) e L’infedele (2000) – tratti da testi di Ingmar Bergman. L’ultimo, Miss Julie (2014), con Colin Farrell e Jessica Chastain, è la trasposizione cinematografica della tragedia omonima composta nel 1888 dal drammaturgo svedese August Strindberg e ha come protagonista la figlia di un conte che cerca di sedurre il giovane cameriere innamorato di lei. Nei suoi film come regista, l’attrice norvegese non mostra complessi di inferiorità: lavora con grande consapevolezza sulla scrittura, dirige gli attori con evidente familiarità, rivelandosi un’abile narratrice, senza rinunciare a raccontare la femminilità, tanto nelle sue condizioni di inferiorità e di oppressione, quanto nei suoi bisogni di libertà e di emancipazione.
Liv Ullmann non ha mai smesso di lavorare in teatro, sia come attrice che come regista. Nel 1980 diventa prima ambasciatrice donna dell’Unicef. Visita, a partire dalla metà degli anni ’70, villaggi distrutti dalle guerre in Cambogia, Etiopia, Somalia, Sudan, India, Bangladesh, ex-Jugoslavia, concentrandosi in particolare sulla condizione di donne e bambini. Il suo impegno umanitario dura tuttora. Come scrittrice, un’altra sua attività non trascurabile, ha pubblicato due libri per lei molto importanti, Cambiare e Scelte, dove racconta momenti della propria vita, persone incontrate, esperienze familiari, ma anche pensieri, riflessioni, situazioni che hanno dato una svolta alla sua esistenza. Un ritratto intimo, pacato ma intransigente, di una delle personalità più importanti del cinema contemporaneo.
Liv Ullmann sarà ospite del Festival.
Con il patrocinio della Reale Ambasciata di Norvegia a Roma.
Ingresso gratuito