La fuga
di Delmer Daves

A Vincent Parry, condannato ingiustamente per uxoricidio, non resta che una possibilità: scappare e farsi cambiare i connotati nella speranza di dimostrare la propria innocenza e scoprire da solo l’assassino. Una donna giovane e bella lo aiuta a sfuggire alla polizia. Famosissima la lunga sequenza iniziale della fuga in soggettiva. Il terzo dei quattro film della coppia Bogart-Bacall è un noir ben recitato e costruito con diverse invenzioni registiche originali.
Truffaut e il noir americano
Un labirinto di ambiguità, un senso crescente di smarrimento, la presenza di un destino già segnato che si percepisce in volti, cose, ambienti.
Il termine noir fu coniato dalla critica francese intorno alla metà degli anni ’50, a ridosso di quella che è unanimemente chiamata la nouvelle vague, e che alle origini ha avuto come corifei François Truffaut, Jean-Luc Godard, Jacques Rivette, Claude Chabrol e Éric Rohmer. Quella di Truffaut, che qui viene proposta con tre film, è una rivisitazione, in salsa francese e contemporanea, di alcuni “passaggi” del cinema noir. Il confronto è con altri tre film americani, due dei quali portano la firma di Billy Wilder e Fritz Lang.