
Tre sorelle, Sophie, Céline e Anne, conducono altrettante esistenze infelici, fatte di amori traditi, delusioni e solitudine. Sulle spalle pesa il fardello di una tragedia che ha segnato la loro infanzia e le ha inevitabilmente divise: l’arresto del padre, accusato di pedofilia, e l’infortunio della madre, costretta sulla sedia a rotelle. Sarà l’arrivo di un giovane uomo misterioso nella vita di Céline a scompigliare d’improvviso le carte.
«L’enfer è nato originariamente come il capitolo di una trilogia elaborata da Kieślowski e dal suo fedele collaboratore Piesiewicz, rimasta irrealizzata per l’improvvisa morte del regista polacco, anche se un altro episodio del progetto, Le paradis, è stato nel frattempo portato sullo schermo con esiti controversi da Tom Tykwer. Contrariamente alla scelta del collega tedesco, Tanović ha scelto di essere molto fedele allo spirito della sceneggiatura e implicitamente al cinema di Kieślowski […]. Così L’enfer è un film imperniato su una materia incandescente, ma raccontata con uno stile freddo, volutamente sommesso, che evita le grida e gli urli e che, proprio per questo, risulta tanto più vero, coinvolgente ed emozionante. Descrivendo una grande tragedia, Tanović punta l’attenzione sulle piccole cose, con una regia raffinata, fatta di chiaroscuri, di grande eleganza formale […]. Nella storia si ritrovano molti dei temi cari al cinema di Kieślowski: l’inevitabilità del destino, il dovere della responsabilità, la contraddittorietà dei sentimenti, lo svelamento di una verità sconosciuta e imprevedibile. E ancora l’idea che l’inferno faccia parte della vita di tutti i giorni, senza bisogno di essere necessariamente immersi in una tragedia come quella dei Balcani.»
(Franco Montini, cinematografo.it)