
Questa parabola liturgico-surrealistica rievoca gli eventi esemplari del secondo decennio del XX secolo come riflessi dell’intima trasformazione spirituale di István Zsadányi, personaggio ispirato alla figura storica di Endre Bajcsy-Zsilinszky. I giovani Zsadányi, fratelli dai costumi licenziosi, uccidono il contadino András Baksa perché questi ha umiliato il loro padre. Prima parte della trilogia progettata con il titolo Vitam et sanguinem – Életünket és vérünket.