

di Shôhei Imamura
Il regista, Danis Tanović, che sarà ospite a Bergamo, terrà una master class alla LABA-Libera Accademia di Belle Arti di Brescia, aperta a tutti gli interessati ed appassionati di cinema.
Nato a Zenica, in Bosnia, nel 1969, e cresciuto a Sarajevo dove si diploma al Conservatorio, nel 1992, in seguito allo scoppio del conflitto, Danis Tanović è costretto ad abbandonare l’università e gli studi di regia. In maniera autonoma inizia a filmare la città sotto assedio e in breve diventa reporter di guerra per l’esercito bosniaco, raccogliendo una grande quantità di materiale documentario. Solo nel 1994, Tanović lascia per due anni la sua Sarajevo e si trasferisce a Bruxelles, dove termina gli studi e realizza alcuni documentari, tra i quali L’aube (1996) e Beudenje (1999).
Il conflitto serbo-bosniaco è al centro del suo brillante film d’esordio, No Man’s Land (2001), in cui due soldati delle opposte fazioni si ritrovano isolati e bloccati tra due linee nemiche, scatenando un gioco delle parti che mette a nudo le assurdità, la disumanità e il grottesco della guerra. Il film, scritto, diretto e musicato dallo stesso Tanović, si aggiudica la Palma d’Oro e l’European Film Award per la migliore sceneggiatura e l’Oscar come miglior film straniero.
Nel 2005, gira L’enfer, seconda parte di una trilogia scritta da Krzystof Kieslowski e Krzysztof Piesiewicz: una rivisitazione della Medea di Euripide, che si addentra in un dramma famigliare, attraverso i volti di Emmanuelle Béart, Karin Viard, Marie Gillain, Carole Bouquet e Jean Rochefort. Segue Triage (2009), che debutta in concorso al Festival di Roma, un film sui traumi postbellici di un fotoreporter, con Colin Farrel, Paz Vega e Christopher Lee.
L’anno successivo, con Cirkus Columbia, presentato alle Giornate degli Autori a Venezia, Tanović torna a raccontare la Bosnia, questa volta regalando una commedia surreale e un po’ nostalgica, che tratteggia le dinamiche umane di un piccolo villaggio alla vigilia del conflitto.
Nel 2013, An Episode in the Life of an Iron Picker, una sorta di docu-fiction, interpretato da una famiglia rom, denuncia i problemi della sanità pubblica nella Bosnia-Herzegovina postbellica e vince il Gran Premio della Giuria al festival di Berlino, mentre Tigers (2014), tratto da una storia vera ambientata in Pakistan, si scaglia contro lo strapotere delle multinazionali del farmaco.
Il ritratto della madre patria prosegue con Death In Sarajevo (2016), ispirato a un’opera di Bernard-Henri Lévy, totalmente girato all’interno del microcosmo di un hotel di lusso, dove tra il personale serpeggiano conflitti, violenze e soprusi: esplicita allusione alla situazione di un Paese sconfitto, imprigionato nell’eterna attesa di una rinascita che non è mai arrivata.
Nel 2019, Tanović infine si cimenta con una produzione televisiva, realizzando la serie crime Uspjeh (Success), primo prodotto europeo dell’americana HBO.
Ingresso aperto a tutti.