Nostalghia
di Andrej Tarkovskij

Andrej, un musicologo sovietico, è a Bologna per ricerche. Lo accompagna nelle sue ricerche Eugenia, una donna avvenente e inquieta. Un giorno incontra un uomo dimesso dal manicomio. Tra Andrej e l’eccentrico personaggio si crea un rapporto di solidarietà che allontana lo studioso dalle sue ricerche e lo porta a escludere sempre più l’accompagnatrice. Elogio della lentezza, pieno di lunghi piani sequenza e denso di simbolismi di ardua comprensione, il film è uno dei più ermetici del cineasta russo. Una pellicola che affida il suo senso soprattutto alla forte suggestione delle immagini.
Nel labirinto del tempo
La seconda serie di Sogni in pellicola riparte con il film cult di Wim Wenders Nel corso del tempo, finalmente presentato in 35mm.
In occasione dei quarant’anni di Bergamo Film Meeting, non può esserci scelta migliore che riproporre la retrospettiva dedicata a Andrej Tarkovskij, una proposta fatta nel 2004 che ci piace definire epocale. Per l’occasione erano state stampate in Russia copie nuove e corrispondenti agli originali voluti dal grande regista, prematuramente scomparso. Ricordiamo l’Auditorium pieno all’inverosimile, il silenzio “religioso” durante le proiezioni, l’emozione con cui gli spettatori hanno seguito le proiezioni. Per conoscere e riflettere sulla cultura del Novecento, sui grandi sconvolgimenti che l’hanno caratterizzato, non è possibile prescindere dall’opera di Tarkovskij. Ma i suoi film sono più che mai contemporanei, espressione di un umanesimo critico e inquieto, riflesso di una condizione umana che si oppone alla decadenza dei tempi.