Pauline à la plage

Disponibile online su MUBI dal 26 marzo fino al 3 aprile.
Granville, Normandia. Un lunedì mattina arrivano in una villetta la trentenne Marion, che attende il divorzio, e Pauline, sua cugina quindicenne. Mentre la ragazza dichiara di non essersi ancora innamorata, Marion attende ancora il grande amore. Sulla spiaggia incontrano Pierre, insegnante di windsurf, che nel passato ha avuto una storia con Marion. Fanno anche conoscenza con Henry, etnologo divorziato che ha presso di sé la figlia per le vacanze. È a casa sua che si presenta l’occasione per discutere dei reciproci punti di vista sull’amore.
«Tutti i personaggi – adorabili intellettuali dall’abito casual ma un po’ dandy – si ostinano in qualche amore, in qualche strategia, in qualche fallace ipotesi, ma soprattutto si ostinano a parlarne e a parlarcene, come se il desiderio potesse, attraverso la parola, tramutarsi in realtà. Dediti alla «fantasticheria e ai castelli in aria» come recita il proverbio iniziale di Le beau mariage, i personaggi si dedicano all’ostinata enunciazione dei propri desideri e delle proprie personali ideologie. In campo sentimentale, ogni dichiarazione d’intenti si rivolta contro chi la pronuncia. «Je veux tomber amoureuse», pronuncia Marion in Pauline à la plage, con la stessa ostinazione, durante quegli incontri con gli amici che si trasformano, immediatamente, nella messa in scena consapevole dei diversi movimenti dell’economia sentimentale. In una dichiarazione di motto tempo fa, Rohmer aveva detto: «I personaggi dei miei film partono sempre da una idea forte e il finale si rivolta contro di loro. Cioè si conclude su una disillusione».
Non a caso Pauline, la fredda e tranquilla adolescente del film di Rohmer, rifiuta i giochi amorosi dei grandi e approda autonomamente alla propria scoperta erotica e sentimentale. Pauline è il silenzio, è l’occhio che osserva, senza replicare, le strategie inutili degli adulti: «Alla mia età non si parla, si ascolta», risponde a chi le chiede la sua opinione sull’opposizione amore duraturo/ coup de foudre. Ed è nel suo silenzio il punto critico del film, quel fuori-campo narrativo che non smette di denunciare l’incessante bla-bla esistenziale di Marion, di Henry e di Pierre.»
(Piera Detasiss, Cineforum n. 243, 4/1985)
La Collectionneuse (La collezionista, 1967)
Ma nuit chez Maud (La mia notte con Maud, 1969)
Le Genou de Claire (Il ginocchio di Claire, 1970)
L’Amour l’après-midi (L’amore il pomeriggio, 1972)
Pauline à la plage (Pauline alla spiaggia, 1983)
Les nuits de la pleine lune (Le notti della luna piena, 1984)
Le rayon vert (Il raggio verde, 1986)
L’Ami de mon amie (L’amico della mia amica, 1987)
Conte de printemps (Racconto di primavera, 1989)
Conte d’hiver (Racconto d’inverno, 1992)
Conte d’été (Un ragazzo, tre ragazze, 1996)
Conte d’automne (Racconto d’autunno, 1998)