
Un impiegato, nella Palermo del 1938, uccide nel giro di poche ore un suo superiore, un collega e la moglie, poi torna a casa e aspetta l’arrivo dei carabinieri ai quali si consegna. L’opinione pubblica e le autorità vorrebbero farne un caso esemplare condannando a morte il reo confesso. Ma un giudice si oppone all’assassinio di stato. Riuscirà a farlo condannare all’ergastolo anche grazie a uno dei giudici popolari. In appello però il verdetto verrà rivisto e il giudice trasferito.