Scrivimi fermo posta
di Ernst Lubitsch

A Budapest, nel negozio del burbero Signor Matuschek, lavorano Flora, la commessa Ilona, il fattorino Pepi, l’impiegato leccapiedi Vadas, l’anziano Pirovich e Alfred Kralik, l’assai diligente primo commesso. Un giorno entra in negozio Klara Novak, che riesce a ottenere il posto vendendo un articolo che sembrava invendibile. Alfred confida a Pirovich di essere in contatto epistolare con una donna che non ha mai visto. Quando scopre che la sua misteriosa corrispondente è la stessa Klara, decide di non palesarsi. Alla vigilia di Natale, dopo che tutti se ne sono andati, Alfred e Klara rimangono soli in negozio… Da una commedia di Miklós László, un film a cerchi concentrici in cui tenerezza e ironia sono in perfetto equilibrio.
Commedia e dramma: la vita al cinema
Per questo quarto atto la rappresentazione continua sul doppio registro di commedia e dramma; il secondo elemento abbraccia un doveroso omaggio a un’altra grande figura della storia del cinema, Robert Bresson. Il suo nome non è molto diffuso tra il pubblico, ma con una filmografia di soli 14 titoli, il regista francese ha lasciato un’impronta incancellabile ed è stato un esempio per le successive generazioni di autori. Il suo è un cinema che si potrebbe definire totale, della purezza di un diamante dal taglio perfetto, dove nulla è lasciato al caso. Ogni inquadratura, ogni gesto, ogni dettaglio, presi dal disordine e dalla crudeltà del reale, si aprono alla forza del significato, al dolore dell’esistenza, alla luce della “resurrezione”. Così, non ci si deve meravigliare se un asino interpreta magnificamente il sacrificio dell’innocenza, un prigioniero della barbarie fascista l’ostinazione mai doma ed esclusiva del sentimento della libertà, un borsaiolo la rivolta necessaria per il riconoscimento dello sguardo dell’altro.
Quattro gioielli della commedia americana si alternano ai film di Bresson: due Lubitsch, un McCarey e un Cukor. Quattro sceneggiature di ferro, attori straordinari, colpi di scena, eleganza, ricatti amorosi, capovolgimenti, seduzione, malintesi, doppi sensi, schermaglie verbali. Meccanismi ben oliati, narrazioni che procedono senza intoppi, incalzanti quando la storia lo richiede, con momenti di sofisticato sarcasmo e di raffinata critica sociale. E una vena romantica che non nasconde una sottile perfidia.