
Con il sottofondo di Song to the Siren di Tim Buckley, Keren Cytter combina narrazione in prima persona, screenshots, chatrooms, YouTube, pirateria digitale, semplici filtri, effetti speciali e immagini di bassa qualità, che simulano le riprese fatte con gli smartphone, con una tragica storia d’amore non corrisposto. La voce narrante femminile convince l’amico a uccidere un altro uomo, innescando un loop di scene che si ripetono ciclicamente in contesti diversi e con qualità video variabile, mostrando l’ampia gamma di ambigue possibilità di interpretazione a cui le immagini possono dare adito.