
Tra enigma e magia
Alla Porta S. Agostino sarà presentata una video-installazione dell’inglese Hannah Collins, artista, fotografa e filmmaker nota sulla scena internazionale. Interessata alle archeologie dello spazio urbano, ricerca con le sue opere le tracce del passato che si fondono con il presente. Alla sua prima mostra personale in Italia, l’artista presenta il film Solitude and Company (2008): sullo sfondo decadente della fabbrica La Tossée, i cui spazi interni sono ripresi nelle lente variazioni luminose dell’intera giornata, l’azione è costruita dalle voci di alcuni abitanti algerini di Roubaix che raccontano i propri sogni.
Nata a Londra nel 1956, Hannah Collins è artista, fotografa e filmmaker nota sulla scena internazionale. La sua ricerca include progetti realizzati con le comunità gitane a Barcellona (La Mina, 2001-2004) e in un remoto villaggio russo (Current History, 2006), nei quali si confronta con la condizione umana e con le comunità coinvolte nel progetto. La sua produzione filmica suggerisce inoltre l’interesse per le archeologie urbane che mostrano le tracce del passato così come i segni del futuro. Alla sua prima mostra in Italia, l’artista presenta il film Solitude and Company (2008) nello scenografico spazio della Porta S. Agostino, nell’ambito della XXVII edizione di Bergamo Film Meeting. Sullo sfondo decadente della fabbrica La Tossée a Roubaix, i cui spazi interni sono ripresi nelle lente variazioni luminose di ventiquattr’ore, l’azione è costruita dalle voci di alcuni abitanti della cittadina francese, di origine algerina, che raccontano i propri sogni. Il film si apre con alcune sequenze di repertorio che mostrano la fabbrica all’inizio del Novecento, in piena attività: gli operai sembrano muoversi in una danza ritmica e le macchine scandiscono il tempo con un cadenza regolare. I titoli di testa segnano una cesura netta, i lavoratori lasciano la fabbrica e un salto temporale ci conduce nel presente, la macchina da presa si ferma e incornicia lo spazio vuoto e fatiscente della fabbrica, riempito soltanto dal fluire di pensieri e parole di una comunità narrante alla ricerca di una nuova identità e di un senso di appartenenza andato perduto. La fabbrica si trasforma in uno spazio mentale, il movimento è interiorizzato e prende forma nella narrazione dei sogni, facendo emergere una dimensione intima e privata che prende il posto di un immaginario collettivo. Quando il flusso onirico si interrompe, la macchina da presa si muove lentamente attraversando lo spazio della fabbrica in senso longitudinale, senza penetrarlo e mantenendo la giusta distanza. Il suono della pioggia accompagna il movimento fino ad esaurirsi, seguito da un momento di sospensione, di calma introspettiva in cui lasciar sedimentare i ricordi e dare forma ai sogni. Sara Mazzocchi
Bergamo, 9 – 15 Marzo 2009
Sala Porta Sant’Agostino, Via della Fara
Ingresso libero