
Quattro stagioni vissute sulla riva di un lago. Bence e Janka vivono in una vecchia casa e si guadagnano da vivere grazie alla gestione delle attività di pesca. Bence ha ereditato la proprietà dal padre che annegò proprio in quel lago, anche se il suo corpo non fu mai ritrovato. Nonostante i fatti drammatici, quel luogo appare ancora come un paradiso immerso nella natura. Con il passare del tempo, la relazione della coppia inizia a deteriorarsi e, contemporaneamente, i pesci nel lago incominciano a morire in maniera misteriosa. Un’altra donna, Nóra, appare improvvisamente nella vita di Bence. Spiral è un dramma psicologico sospeso tra realismo e suspence, è una riflessione sulla capacità di “lasciar andare” il passato e di come i cicli della vita e della natura siano strettamente connessi.
Cecília Felméri –– (Cluj-Napoca, Romania, 1978) regista e sceneggiatrice, si è diplomata in regia alla I. L. Caragiale National Film Academy di Bucharest. I suoi cortometraggi hanno partecipato a vari festival internazionali: Locarno, Mar del Plata, AFI Fest, Warsaw Film Festival, DOK Leipzig e Transilvania Film Festival. Attualmente è assistente all’università Sapentia di Cluj-Napoca. È tra i membri fondatori e vice presidente della Hungarian Film Association of Transylvania. Spiral è il suo lungometraggio d’esordio.
«Lo stile del film è organico alla storia raccontata. In tal modo, viene presentato uno dei temi essenziali: ognuno vive nel proprio mondo; ognuno vive la propria vita; non possiamo mai sapere con precisione cosa sta provando l’altra persona. L’attenzione rimane costantemente sui tre personaggi principali e, attraverso di loro, ci allontaniamo dall’osservazione realistica degli eventi. I protagonisti abitano tutti nel proprio mondo, vivendo gli eventi della vita quotidiana secondo i personali stati d’animo. […] Ciò che lo spettatore vede non è la realtà oggettiva, ma sperimenta la percezione delle cose di un determinato personaggio. I vari movimenti della macchina da presa, i colori, l’illuminazione, le textures, i suoni e altri strumenti espressivi del linguaggio cinematografico sono collegati a ogni protagonista, riflettono le loro impressioni della realtà […] Così ogni scena rispecchia sempre il mondo di un personaggio specifico; non esiste una prospettiva narrativa esterna e onnisciente. […] Il ritmo del film è in armonia con gli stati emotivi dei personaggi. Talvolta è calmo come il ritmo della vita intorno al lago; talvolta accelera quando la storia si fa più drammatica.»
Spirál (Spiral, 2020)
Pastila fericirii (The Pill of Happiness, short, 2012)
Végtelen percek (Infinite Minutes, short, 2011)
Mátyás, Mátyás (Matthias, Matthias, short doc., 2010)
Kakukk (Cuckoo, short, 2008)