
La Zona è una regione misteriosa, non si sa come si sia formata e quando, le autorità l’hanno fatta evacuare e la tengono sotto stretto controllo impedendo a chiunque di accedervi. Al centro della Zona c’è la Stanza, un luogo dove vengono realizzati i desideri di chi vi entra. Due studiosi, uno scrittore in crisi di ispirazione e uno scienziato apparentemente sicuro delle sue certezze, vogliono raggiungere la Stanza. Per questo ingaggiano uno Stalker, una delle guide che hanno imparato a muoversi e ad eludere i mille trabocchetti della Zona e che, per denaro, accompagnano all’interno del perimetro proibito quanti vogliano raggiungere la Stanza.
«Liberamente ispirato al racconto lungo «Picnic sul ciglio della strada» (1971) dei fratelli Arkadij N. e Boris N. Strugackij, scrittori di fantascienza, che l’hanno sceneggiato, il quinto film di Tarkovskij, e l’ultimo che girò nell’URSS, è, nella sua enigmatica compattezza, un’opera affascinate. Non è difficile riconoscere nello stalker e nei suoi congiunti le figure dei “poveri di spirito” dostoevskiani, degli umili evangelici che hanno bisogno della fede per mantenere accesa una scintilla di speranza e che si contrappongono agli intellettuali perché ormai, abbandonato ogni illusorio tentativo di intervento nella Storia, dei politici Tarkovskij più non si cura. Le accuse al film e al regista in generale sono tante: lento, noioso, astruso, troppo letterario e predicatorio. Sotto il segno dell’acqua, non sembra sibillino il tema della contrapposizione tra la rigidità-forza e la flessibilità-debolezza che corrisponde alla vita, cioè che dobbiamo dubitare della forza degli uomini cosiddetti forti e della debolezza dei cosiddetti deboli. Come accade con i poeti e Tarkovskij fa un cinema di poesia la filosofia di Stalker passa attraverso l’emozione delle sue immagini.»
(ilMorandini)
Offret (Sacrificio, 1986)
Nostalghia (1983)
Stalker (1979)
Zerkalo (Lo specchio, 1975)
Soljaris (Solaris, 1972)
Andrej Rublëv (1966)
Ivanovo detstvo (L’infanzia di Ivan, 1962)