The Terence Davies Trilogy

Calvario esistenziale di un omosessuale cattolico a Liverpool: 1) Children (con Mawdsley, 1976, 46′); 2) Madonna and Child (con O’Sullivan, 1980, 30′); 3) Death and Transfiguration (con Brambell, 1983, 26′). Nonostante la lunga gestazione (8 anni) e la divisione in 3 capitoli nettamente separati, è un’opera prima compatta, stilisticamente coerente con una rigorosa scelta di austerità che fu paragonata dai critici a quella di Bresson, il raro caso di un film radicalmente autobiografico in cui Terence Davies (1945) si mette a nudo – con dolore e tenerezza – in prima persona senza cadere mai nella trappola dell’autocommiserazione. Realizzato con finanziamenti personali e l’appoggio del British Film Institute, fu presentato al Festival di Edimburgo (1983) e di Locarno (1984), diventando un caso cinematografico internazionale.(ilMorandini, MYmovies.it)
«Cresciuto negli anni dell’immediato secondo dopoguerra nella città operaia e complicata di Liverpool, Davies, nonostante le difficoltà, tutte raccontate nei suoi primi film, forse non ha mai agito in rivolta contro le regole sociali. Se c’è stata una ribellione è stata soprattutto sottilmente diretta a combattere i pregiudizi e le convenzioni sociali. Il suo cinema, pur assumendo i toni personali, infatti, contiene i segni e le aspirazioni per diventare oggetto di una memoria collettiva. I temi dei suoi film e i suoi personaggi trovano nella accettazione della sconfitta il senso della loro stessa esistenza, ma il loro sacrificio va ascritto a responsabilità sociali più generali e al vincolo di regole punitive ed escludenti.
Arriva come una deflagrante sorpresa The Terence Davies Trilogy quasi una autobiografia mascherata attraverso il personaggio di Robert Tucker che vediamo crescere, diventare maturo e invecchiare nel corso dei tre brevi film che compongono l’opera. Davies racconta dell’emarginazione a scuola e delle sue prime pulsioni omosessuali, dell’inesistente rapporto con i propri colleghi di lavoro e della vecchiaia del suo personaggio che nell’ultimo film vediamo accompagnare al cimitero il feretro della madre.»
(Tonino De Pace, Sentieri Selvaggi, 2 dicembre 2015)
A Quiet Passion (2016)
Sunset Song (2015)
The Deep Blue Sea (Il profondo mare azzurro, 2011)
Of Time and the City (2008)
The House of Mirth (La casa della gioia, 2000)
The Neon Bible (Serenata alla luna, 1995)
The Long Day Closes (Il lungo giorno finisce, 1992)
Distant Voices, Still Lives (Voci lontane… sempre presenti, 1988)
The Terence Davies Trilogy (1983)