La donna del ritratto
di Fritz Lang

L’attrazione di un maturo borghese per una donna misteriosa racconta il confine labile tra realtà e apparenza, innocenza e colpevolezza. Il professore di criminologia Richard Wanley, rimasto solo mentre la famiglia è in vacanza, si reca a cenare al club. Prima di entrare, ammira in una vetrina il ritratto di una bellissima donna. Incontratala di persona, si farà coinvolgere nell’omicidio del suo amante, tanto da subire il ricatto di un uomo che minaccia di denunciarlo alla polizia. Il finale a sorpresa è fulminante.
Truffaut e il noir americano
Un labirinto di ambiguità, un senso crescente di smarrimento, la presenza di un destino già segnato che si percepisce in volti, cose, ambienti.
Il termine noir fu coniato dalla critica francese intorno alla metà degli anni ’50, a ridosso di quella che è unanimemente chiamata la nouvelle vague, e che alle origini ha avuto come corifei François Truffaut, Jean-Luc Godard, Jacques Rivette, Claude Chabrol e Éric Rohmer. Quella di Truffaut, che qui viene proposta con tre film, è una rivisitazione, in salsa francese e contemporanea, di alcuni “passaggi” del cinema noir. Il confronto è con altri tre film americani, due dei quali portano la firma di Billy Wilder e Fritz Lang.