Une vie démente

BFM — 39
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Madly in Life

Disponibile online dal 24 al 26 aprile su MYmovies.it

Regia di Ann Sirot, Raphaël BalboniTitolo italiano: Follemente in vita [t.l.]
Belgio / 2020 / 87 min.
Colore / V.O. / Sottotitoli: sub. it./en.
Interpreti
Jo Deseure, Jean Le Peltier, Lucie Debay, Gilles Remiche

Alex e Noémie, entrambi sulla trentina, vogliono un figlio. I loro piani sono sconvolti quando la madre di Alex, Suzanne, inizia a comportarsi in modo piuttosto strano a causa di un disturbo neurodegenerativo progressivo, la “demenza semantica”. La patologia influisce sul suo comportamento, che diventa imprevedibile: dilapida i risparmi, si introduce a casa dei vicini nel cuore della notte e si comporta in maniera sempre più bizzarra e imprevedibile. La madre si trasforma in una bambina incontrollabile, i ruoli finiscono per invertirsi e l’accudimento nei confronti di Suzanne diventa un insolito campo di addestramento, dove Alex e Noémie si ritrovano a testare le loro capacità genitoriali.

Note

Ann Sirot e Raphaël Balboni (Belgio) sono sceneggiatori e registi. Il sodalizio è nato nel 2007 con il loro primo cortometraggio, Last Play, un thriller non convenzionale. Questo film, in qualche modo sperimentale, ha gettato le basi per l’universo che i co-registi hanno sviluppato nei tre cortometraggi successivi, dove esplorano uno strano mondo attraverso un cinema ibrido e atipico, allo stesso tempo onirico, delirante e gioioso. Nel cortometraggio Lucha Libre (2014) hanno inaugurato un nuovo modo di lavorare con gli attori, costruendo la sceneggiatura attorno agli interpreti e lavorando sull’improvvisazione. Lo stesso approccio è stato adottato per il cortometraggio successivo, With Thelma, premiato in vari festival e che ha ottenuto il “Magritte” per il miglior cortometraggio nel 2018. Une Vie Démente (Madly in Life) è il loro primo lungometraggio. Nel 2020, il duo ha diretto anche il settimo cortometraggio, Much in Common, nell’ambito di “La Belge collection”, un progetto che promuove gli attori di origine belga.

«La malattia di Suzanne, la “demenza semantica”, ha fatto parte della nostra vita e abbiamo dovuto affrontarla a livello personale. Fare i conti con la consapevolezza che i tuoi genitori stanno invecchiando quando hai appena compiuto trent’anni, ti fa sentire come se la tua vita si debba sospendere. A trent’anni ci si è appena affacciati alla vita adulta, la morte non è ancora contemplata. A quell’età è il momento di tuffarsi a piene mani nella propria esistenza. […] Invece, Alex inizia a rendersi conto che la malattia della madre può portarlo a una comprensione nuova, più profonda della vita. […]
Il film è un racconto di formazione, un percorso verso l’emancipazione. Nell’imparare ad accettare Suzanne per quello che è, smettendo di preoccuparsi di come viene vista dalla società, Alex cambia il proprio rapporto con il mondo esterno e sospende il giudizio sul comportamento di Suzanne. Vede sua madre come una persona, al di là del rapporto tra genitori e figli, vede Suzanne come qualcuno da amare e da apprezzare semplicemente per quello che è.»

Filmografia essenziale

Une Vie Démente (Madly in Life, 2020)

Des choses en commun (Much in Common, short, 2020)

Avec Thelma (With Thelma, short, 2018)

Lucha Libre (short, 2014)

Fable domestique (Domestic Tale, short, 2012)

La version du loup (The Wolf’s Version, short, 2011)

Juste la lettre T (Just the Letter T, short, 2009)

Last Play (short, 2007)

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