

Jaco Van Dormael, nel panorama europeo, si è sempre trovato in una curiosa terra di mezzo. Visti il successo raccolto e l’originalità sempre dimostrata, potrebbe essere considerato senza alcun dubbio uno degli autori più influenti degli ultimi trent’anni.
di Giampiero Frasca
Insegnante e critico cinematografico, scrive su «Cineforum» e «Segnocinema» e ha un blog, «(dis)Sequenze». Ha scritto diversi libri e tenuto corsi di storia del cinema in varie scuole e università.
Questo è un estratto dal Catalogo Generale BFM 41, disponibile anche in .pdf nel nostro Shop
Di contro, la sua ridotta prolificità in campo cinematografico (solo quattro lungometraggi nello stesso arco di tempo) ne fanno un cineasta che si palesa a intermittenza, pur trovandosi sempre alle prese con un progetto da sviluppare, riscrivere, sfrondare, cesellare. Che sia un film o un’esibizione teatrale (o un ibrido tra i due come Bovary, il suo ultimo lavoro) poco importa. E questa stessa intermittenza ne fa indubbiamente una personalità di culto, i cui lavori sono lungamente attesi e poi, una volta usciti, sentitamente apprezzati e variamente discussi.
A dispetto dell’esiguità della produzione cinematografica, l’articolato disegno di Van Dormael era già presente in nuce all’inizio della sua carriera, se non proprio in Maedeli-la-brèche, il cortometraggio d’esordio che scrisse e realizzò quando ancora frequentava la prestigiosa scuola belga di cinema INSAS e che gli valse lo Student Academy Award come miglior film straniero nel 1981, almeno in È pericoloso sporgersi, girato nel 1985. In questi intensi dodici minuti, raccontando la vicenda esistenziale di un bambino costretto a scegliere uno dei due genitori nel momento della loro separazione, Van Dormael costruì di fatto il prologo alla sua successiva carriera, mostrando tutto ciò che avrebbe sviluppato in seguito nei suoi lavori più celebri e acclamati. Le linee temporali divaricanti del racconto, le varianti ipotetiche in cui si trovano intrappolati i personaggi, alcune delle immagini che anticipano il cinema che sarà (il padre che regala un orologio alla sua partenza e i soldatini che cadono dal ripiano per effetto delle vibrazioni come in Toto le héros [Toto le héros – Un eroe di fine millennio, 1991], l’enorme piede che schiaccia un fabbricato ― qua un manicomio ― come in Mr. Nobody [2009], che sarebbe arrivato quasi venticinque anni dopo) sono la prova di un percorso espressivo concepito dal regista con enorme coerenza e proposto attraverso alcune sensibili variazioni nel corso degli anni. In virtù di questo aspetto, il suo cinema può considerarsi un unico e composito flusso d’ispirazione inserito sull’asse tortuoso del tempo. Il risultato è un universo fantastico, surreale e insieme filosofico, perché si rivolge alla vita di ognuno con i toni pastello di una fiaba, riflettendo sui valori del rimpianto, delle opportunità e, forse il concetto più importante di tutti, sulle possibilità di scelta.
Per proporre il suo mondo, perfettamente peculiare come solo quello di un vero autore può essere, Van Dormael puntella il suo cinema con alcune costanti strutturali e drammatiche. Prima fra tutte l’elaborazione del tempo. Un tempo che non ha mai un progresso lineare, ma è sempre un gioco di rimandi, rime e riflessi, ripetizioni ed ellissi che verranno recuperate in seguito. Van Dormael concepisce la narrazione con la stessa agilità logica con cui opera il (suo) pensiero, in grado di saltare da una vicenda all’altra secondo connessioni dovute a un gesto, a una situazione, a un ricordo e il cui sviluppo è potenzialmente infinito. Così, perfettamente raccordate l’una all’altra, ad esempio legando la zip di un sacco per cadaveri a un pigiama che si abbottona (come nelle prime scene di Toto le héros), si legano le varie situazioni. Quella di Thomas, ottuagenario ossessionato dalla convinzione che il vicino di casa Alfred gli abbia rubato la vita fin dallo scambio avvenuto in culla, come racconta Toto le héros, il suo esordio, premiato a Cannes nel 1991 con la Caméra d’or. Quella del workaholic Harry in Le huitième jour (L’ottavo giorno, 1996), capace di tornare alla sua famiglia solo dopo un eccentrico percorso di rieducazione alla vita condotto a fianco di un irresistibile amico affetto da sindrome di Down. O quella del centodiciottenne Nemo in Mr. Nobody, ultimo uomo mortale sulla Terra del 2092, il cui sguardo retrospettivo sulla propria esistenza si frantuma in una serie inesauribile di eventualità, tutte valide. O forse tutte inventate. Oppure, infine, quella della figlia meno nota di Dio, Éa, la quale, stanca della sciatta arroganza paterna, decide in Le Tout Nouveau Testament (Dio esiste e vive a Bruxelles, 2015) di generare il caos avvisando ogni essere vivente dell’istante esatto in cui morirà. In tutti i casi è sempre una questione di tempo. O di tempi, nelle sue varie declinazioni. Il tempo guizzante tra passato remoto, passato prossimo e post mortem di Toto le héros, elaborato con una maturità sorprendente in un esordio. Il tempo parallelo de L’ottavo giorno che dispone al confronto, alla progressiva sovrapposizione e all’assunzione di consapevolezza. Il tempo alternativo di Mr. Nobody, aperto a una serie infinita di sliding doors volta a riscrivere entropicamente il confine posto da Kieślowski (Przypadek [Destino cieco, 1987]) e Resnais (Smoking/No Smoking, 1993), ma anche da Tom Tykwer (Lola rennt [Lola corre, 1998]) e Peter Howitt (Sliding Doors, 1998). Il countdown di Dio esiste e vive a Bruxelles, pronto ironicamente a erodere le speranze di esistenza mentre i protagonisti puntano a liberarsi dal giogo spietato della divinità.
(continua)
Il volume
BFM 41 – 2023
BFM 2023— Europe, Now! Jaco Van Dormael
- BovaryTitolo italiano: Bovary
Regia di Jaco van Dormael
Belgio / 2021 / 80 min., Colore, V.O., Italiano, inglese - De BootTitolo italiano: La barca [t.l.]
Regia di Jaco van Dormael
Belgio / 1985 / 18 min., Colore, V.O., Italiano - L'imitateurTitolo italiano: L’imitatore [t.l.]
Regia di Jaco van Dormael
Belgio / 1982 / 29 min., Colore, V.O., Italiano - Le huitième jourTitolo italiano: L'ottavo giorno
Regia di Jaco van Dormael
Belgio, Francia, Regno Unito / 1996 / 118 min., Colore, V.O., Italiano - Le tout nouveau testamentTitolo italiano: Dio esiste e vive a Bruxelles
Regia di Jaco van Dormael
Belgio, Francia, Lussemburgo, Usa / 2015 / 114 min., Colore, V.O., Italiano - Lumière et compagnie[segmento]Titolo italiano: Lumière & Co. [segmento, t.l.]
Regia di Jaco van Dormael
Francia, Danimarca, Spagna, Svezia / 1995 / 1 min., Colore, V.O., Italiano - Maedeli la brècheTitolo italiano: Maedeli-la-brèche
Regia di Jaco van Dormael
Belgio / 1980 / 18 min., Colore, V.O., Italiano, inglese - Mr. NobodyTitolo italiano: Mr. Nobody
Regia di Jaco van Dormael
Belgio, Germania, Canada, Francia, Regno Unito, Lussemburgo, Stati Uniti / 2009 / 141 min., Colore, V.O., Italiano - Stade 81Titolo italiano: Stadio 81 [t.l.]
Regia di Jaco van Dormael
Svezia, Canada, Regno Unito / 1981 / 14 min., Colore, V.O., Italiano, inglese - Toto le hérosTitolo italiano: Toto le héros - Un eroe di fine millennio
Regia di Jaco van Dormael
Belgio, Francia, Germania / 1991 / 91 min., Colore, V.O., Italiano - È pericoloso sporgersiTitolo italiano: È pericoloso sporgersi
Regia di Jaco van Dormael
Belgio / 1984 / 14 min., Colore, V.O., Italiano